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1907 June 1 Saturday at Baddeck

Herald New York, 17 Mar 1907 

[[newspaper clipping]]
HOPES TO SAIL 250 TON AIRSHIP

Raphael J. Moses Plans Vessel of 1,250-Horse Power for Aerial Navigation.

DRIVEN BY EXPLOSIONS

Machine Will Have Myriad of Trumpets, Through Which Shocks Will Be Discharged.

SPEED 100 MILES AN HOUR

Steel Clad Craft Intended to Carry Thirty Days' Supplies for Crew and [[cut off]]

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[[cut off]] plaited, black and white she[[/cut off]]
[[cut off]] lues -- Waist Dep[[/cut off]]
[[cut off]] 1.50, 2[[/cut off]]
[[cut off]]inery Departme [[/cut off]]
[[cut off]] a new importation of P [[/cut off]]
[[cut off]] w Wing hats in all colo [[/cut off]]
[[cut off]] 12.00 to 25.00 [[/cut off]]
[[cut off]] hilipsbor [[/cut off]]
[[cut off]] THE OUTER GARMENT SHOP. [[/cut off]]
[[cut off]] ng Announceme [[/cut off]]
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Giornale de Sicilia, Palermo. 16 Mar 1907 

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Navigazione aerea
[[note]] America [[/note]]
IV.

Ed ora al dirigibili.
Siamo al 17 dicembre u.s. Al Parco di Chalais sí libra, pronto a partire, il nuovo dirigibile la Patrie, fratello minore del Lebaudy, che ha già fatte le sue prove. Dico fratello minore sol perchè nato dopo, in realtà nella Patrie sono realizzati nuovi progressi rispetto al suo primogenito.

Si vuel fare questo esperimento: il dirigibilie deve comunicare col Ministero della Guerra a Parigi. Alle ore 15 la Patrie s'innalza maestrosamente al di sopra del parco e, giunto a una grande altezza, volge la prua verso Parigi. Tre ufficiali sono nella navicella: i capitani Voyer e Gaucher ed il tenente Bois. Essi sono accompagnati da due meccanici. Il vento è piuttosto forte, l'aria è offuscata da un po di nebbia e perciò gli spettatori che hanno assistito alla partenza, ben presto perdono di vista l'aeronave. Venti minuti dopo la Patrie si libra sopra i Champs-Elisée. Le persone che passano sentono distintamente il rumore che produce la macchina ed il fischio della sirena. Arrestatosi un momento, il dirigibile rimettesi in cammino, risale la Senna, passa sul PalaisBourbon. dove ha sede la Camera del deputati, ə va a fermarsi esattamente, al disopra del Ministero della guerra. 

Riprende, poco dopo, la corsa aerea ed alle 16 meno un quarto è segnalato al parco di Chalais.

Il viaggio di andata e ritorno si è compiuto in tre quarti d'ora.

La scienza e la tecnica hanno riportato una nuova vittoria. Ormai si può dire risoluto il gran problema della dirigibilita degli aerostati. Ma quanto lavoro, quanti studi, quanti tentativit prima di arrivare a così bel risultato! Già in una prova eseguita il giorno precedente, la Patrie aveva percorso 52 kilometri, cioè la distanza che corre fra il parco aerostatico di Moissan ed il parco di Chalais, impiegando un ora ed un quarto. Era percio andata con velocita di 40 chilometri alt'ora.

 ***

La Patrie è destinata a far parte di una flottiglia aeronautica di quattro dirigibili, che saranno ripartiti fra le piazze forti di Verdun, Toui, Epinal e Belfort. Della flottiglia esistono ora il Lebaudy e la Patrie: sono in corso di costruzione gli altri due, del quali non è steto per anco fissato il noine di battesimo.

Il Lebaudy ha un motore che può imprimergli una velocità propria di 11 metri al minuto secondo; la Patrie ne ha uno che la dà la velocita di m. 12,50, Probabilmente le due altre unità della flottiglia saranno in grado di superare quest ultima cifra.

Con simili velocità, si può loitare coi venti, che non siano venti di tempesta. 

La Patrie, oltre gli aeronauti, porta con se 800 chilogrammi di zavorra e 200 chilogrammi di essenza, per l'alimentazione del motore. Essa può rimanere in movimento, senze bisogno di rifornirsi, non meno di dieci ore, val quanto dire può percorrere -- (in aria calma)-- 450 chilometri. La navicella è blindata in modo da non potere essere offesa dalle palle di tucili. Rimane, è vero, fa possibilità che rimanga ferito il pallone, ma una ferita di palla da fucile non è così pericoloso da non dar tempo di allontanarsi da ulteriori pericoli e, in quanto al tiro delle artiglierie, si può ritenere pressoché impossibile che il pallone vi sia esposto, mantenendosi ad un'altezza superiore al 500 metri.

 ***

Più sopra dicevo: quanto cammino si é dovuto percorrere per arrivare ad un' aeronave come il Lebaudy e la Patrie! Il cammino è stato veramente immenso.

Il primo tentativo per rendere dirigibili i palloui tu fatto dal Giffard nel 1852. 

Per imprimere ad essi una velocità loro propria, Giffard pose nella navicella una piccola macchina a vapore della forza di 3 cavalli, con la quale metteva in movimento un propulsore ad elica. Col sussidio di un timone Giffard riusciva infatti a dirigere, per un'ora, il suo pallone. Di più non gli era possibile, data la limitatissima quatità di combustibile, che poteva portare. Per aumentare la quantita di combustibile avrebbe dovuto disporre di un pallone di dimensioni maggiori nel qual caso però -- aumentando la resistenza dell'aria -- non sarebbe stata più sufficiente la potenza del motore. Aumentare questa potenza significava aumentare il peso del motore, donde la necessità di dare al pallone ancora maggiori dimensioni. Ed ecco il circolo vizioso di cui vi parlavo nel primo articolo, circolo dal quale si é potuto finalmente uscire soltanto in grazia dei grandi progressi della meccancica, che è riuscita a mettere a disposizione dell'aeronautica motori potenti e leggieri i quali possono restare in azione 10 ore di seguito senza bisogno di toccar terra per rifornirsi.

Il tentativo di Giffard (1852) se, da un lato, offriva la dimostrazione practica di ciò che, per altro, si sapeva, che cioè un pallone animato di velocità propria può essere diretto, almeno in aria relativamente calma, non poteva, dali'altro, costituire neppure un principio di soluzione pratica del problema e ciò non solo per la grande limitazione imposta della necessita di portarsi appresso il combustibile, quanto per il grande pericolo di scoppio a causa di qualche scintilla fosse per staggire al focolaio della macchina.

Ed infatti non ebbero seguito le prove di areonautica con impiego di motori a vapore. Quando, alcuni anni piú tardi, si ripresero gli studi per la dirigibilita dei globi aerostatici, si muto interamente sistema. 

L'ingegnere navale Dunny-de L[[?]] mezzo di un commutatore a mercurio. Un ingranaggio metteva in comunicazione il motorecol propulsore a palette elicoidali, collocato esternamente su uno dei lati della navicella. La macchina -- adoperandosi tutti i 24 elementi della pila faceva 1800 rivoluzioni al minuto, sviluppando una forza di 100 chilgrammetri. L'ingranaggio era regolato in modo che ai 1800 giri del motore correspondevano 180 giri del propulsore.

Inferiormente all'estermità posteriore del palione era stabilite il timone:-- ampio  trian golo di seta fissato, per uno dei suoi cateti, ad una verga orizzentale di bambù, la quale poteva essere manovrata dalla navicella.

Compreso ogni accessorio, il pallone pesava 374 Kg. e 280 Kg. pesavano il motore e le pile, compreso il liquido -- (una soluzione di bicromato di potassa) -- che doveva alimentarle.

Il palloae aveva la capacità di 1060 metri cubi.

Essendo -- come vedemmo già -- di Kg. 1,15 la forza ascensiva di un metro cubo di idrogeno, il pallone possedeva una forza ascenzionale complessiva di Kg. 1060 x 1,15 =1219.

Il peso totale da sollevare -- (compresi gli strumenti, due viaggiatori e la zavorra) era di Kg. 1190, e quindi inferiore di Kg. 12 al valore della forza ascensiva disponsibile.

L'esperimento col palione Tissandier diede suguenti risultati.

Regolando la zavorra, il palione fu mantenuto fra i 400 e i 500 m. di altezza. Messo in azione il motore con soli 12 dei 24 elementi, il pallone acquisto bensì una velocità sua propria, ma questa velocità fu affatio insufficiente a neutralizzare tutta l'azione dei vento, che allora spirava. Facendo agire tutti i 24 elementi della pila, la velocità si accrebbe e fu possibile dirigersi contro vento, rimandendo però quasi immobili.

Ma un grave inconveniente dovette essere constatato: -- la più lieve variazione nella direzione del vento bastava a determinare un movimento rotatorio del pallone. che non sempre la manovra del timone rinsciva ad arrestare.

Altro e non meno grave inconceniente si sperimentò quando si volle porre la prua in direzione pressochè normale a quella del vento. Il timone si gonfiò come una vela e ricominciarono i movimenti rotatorii con maggiore rapidità.

 ***

Bisognava però passare per tutte queste prove per avvicinarsi sempre più alla vagheggiata soluzione. Osservati gli inconvenienti, valutate le difficolta, l'ingegno umano si é applicato a rimnovere quelli ed a superare queste. Oggi si tocca quesi la meta. Dico quasi, percha, si sa, le aspirazioni vanuo sempre al di là di ciò che si e ottenuto. Ma, francamente, si può essere più che paghi dei risultati già conseguiti, il che non solo non arresta il corso di sempre nuevi studi ed esperimenti in vista di sempre nuovi profressi, ma é anzi un forte stimolo, un incoraggiamento a perseverare, instancabili, neglia dura marcia. Sempre più avanti e sempre più in alto! Ogni punto di arrivo non é mai la méta finale; é solamente una tappa.

L'Aerostiere.


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